Scambiarsi la veste
Stato e Chiesa al governo dell'uomo
ISBN: 9788842096351
editore: Laterza
anno: 2011
pagine: 158
Come può la Chiesa aspirare a valere per tutti e non ridursi a credenza e dottrina morale valide solo per chi le professa? Come può esigere di essere riconosciuta come depositaria di verità universali da tradurre in norma morale anzitutto, ma, dove possibile, anche giuridica, imperativa per tutti i membri della società? In breve: in che modo la dottrina cattolica può essere concepita in termini di unicità e universalità quando la fede cattolica è diventata una fede solo particolare?
«Non c'è laicità né quando la religione, al singolare o al plurale, si ingerisce nelle cose dello Stato, facendo dello Stato un affare di religione, né quando lo Stato si ingerisce nelle cose della religione, facendo della religione un affare di Stato. Laicità significa divieto di intromissioni, quale che ne sia il contenuto, essendo irrilevante se ostili o benevole. Quello che conta è la non ingerenza. Se si guarda alla storia, questa concezione dei rapporti tra politica e religione appare come un'eccezione, per di più recente, in una vicenda storica plurimillenaria, in cui si intrecciano conflitti e connivenze: conflitti per la pretesa della religione di diventare politica e della politica di diventare religione o, quantomeno, per la pretesa dell'una di piegare l'altra alle proprie finalità; connivenze nel darsi reciproci sostegni, offrendo doveri religiosi a sostegno di obbligazioni civili, e obbligazioni civili a sostegno di doveri religiosi».
«Gustavo Zagrebelsky afferra il bandolo di quella complicata matassa che è il ritorno politico della religione, in cui si intrecciano la crisi dello Stato democratico, l'emergere di una diffusa indifferenza verso la religione, ma al tempo stesso anche la ricerca di un supplemento d'anima per una politica sempre più spezzettata, irrazionale, instabile». Carlo Galli, la Repubblica
«All'apparenza, un'analisi, dotta e pacata, sui rapporti tra Stato e Chiesa, soprattutto negli ultimi due secoli. In realtà, un grido d'allarme, preoccupato e appassionato, sui rischi per la civile convivenza tra laici e cattolici. Un appello alla ragione pubblica, che non confini la religione nel campo delle convinzioni da esprimere solo in privato. Ma neghi a qualsiasi concezione particolare la pretesa di possedere una verità assoluta». Luigi La Spina, Tuttolibri, La Stampa