Ormai non mi sorprende più lo sguardo di perplessità che appare sul viso delle persone che incontro per la prima volta, quando dico loro che la mia professione è quella di compositore. L'idea che qualcuno possa decidere di passare la maggior parte della sua vita a scrivere puntini neri sopra un pentagramma (nel mio caso con carta, matita e gomma ma nella maggior parte dei casi sullo schermo di un computer) non sembra corrispondere a quello che molte persone ritengono sia una professione degna di questo nome.
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